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Romanian » Italian - 3 finalists


Radu Cosaşu, „LA CENTRU ŞI LA MARGINE”, Dilema Veche nr.194 - 28 octombrie 2007 358 words
Bucureşti 1937. Mult stimate domnule Camil Petrescu, deşi nu posed mai mult decât cei 7 ani de acasă, nu mai sunt la vârsta care să-mi permită ratarea încă unuia din visurile vieţii mele, şi anume pe cel mai important. Am credinţa că nu D-voastră mi-l veţi bagateliza, mai cu seamă că întreaga D-voastră operă – pe care o iubesc şi am asimilat-o atât de bine că am fost silit să dau explicaţii, unora, pentru acest patetism, ceea ce ştiţi cât doare – mi-l hrăneşte şi mi-l justifică în toată puerilitatea lui. Sunteţi dintre acei oameni care nu vor rânji vreodată în faţa copilăriilor de spirit şi de destin, aşa cum lui Don Quijote nu-i va trece prin minte să batjocorească un comediant. Aţi fost de atâtea ori luat în derâdere drept Don Quijote, iar eu am suportat nu o dată blestemul de «a rămâne la Camil al tău» – adică, vezi bine, într-un fel de subdezvoltare intelectuală – ca să mai zăbovesc în prea multe ocoluri: neavând de mic decât dorinţa de a povesti lumii cum se joacă foot-ball, şi aflând că aţi înfiinţat o revistă cu acest titlu, Foot-ball, dar mai ales cu acest subtitlu: «Revistă săptămânală pentru deprinderea „jocului curat“ în sport, artă, literatură, viaţă socială», vă rog să aveţi bunătatea – deci inteligenţa – de a mă angaja redactor sau corector, fie şi pe gratis. Nu pot rata visul meu pueril de a-l avea pe Camil Petrescu, redactor-şef la o revistă footballistică, fascinată de jocul curat, precum alţii de jocul ielelor. Şi nu doar din sfintele superstiţii care ne animă pe toţi camilienii, dar şi din luciditate, evoc posibilitatea că dacă nu veţi fi mulţumit de mine, să mă daţi, fără menajamente, afară. De prea multe ori am fost concediat din redacţii unde redactorii-şefi fuseseră mulţumiţi de mine, pentru ca o dată să nu găsesc puterea de a îndura să fiu concediat de Camil Petrescu, din motive strict profesionale. Vă asigur că în acest caz mă voi înhăma la o altă soartă – pădurar pe valea Rucărului, tot de-a noastră! – şi nu veţi mai auzi de mine. Dar până atunci, rămân al D-voastră, fidel...







Entry #1 - Points: 12 - WINNER!
Bucarest 1937. Gentile signore Camil Petrescu, nonostante possiedo solo l’educazione ricevuta in casa, non ho più l’età che mi permetta di fallire ancora uno dei sogni della mia vita, per l’appunto, il più importante. Sono fiducioso che Lei non lo sminuirà, soprattutto perché tutta la Sua opera – che amo e che ho assimilato talmente bene che sono stato obbligato a dare delle spiegazioni, ad alcuni, per questa cosa patetica, e lei sa quanto fa male- me lo nutre e me lo giustifica in tutta la sua puerilità. Lei è una delle persone che mai sogghignerà davanti alle ingenuità di spirito e di destino, cosi come a Don Chisciotte non passerà mai per la mente prendersi gioco di un commediante. Tante volte siete stato preso in giro come Don Chisciotte, e io ho sopportato non una volta la maledizione di “rimanere dal tuo Camil” – cioè, come dire, in una sorta di sottosviluppo intellettuale- per non soffermarmi più in troppi giri di parole: siccome da piccolo avevo l’unico desiderio di raccontare al mondo come si gioca il foot-ball, e sapendo che lei ha creato una rivista dallo stesso titolo, Foot-ball, e soprattutto dal seguente sottotitolo: “Rivista settimanale per apprendere “il gioco pulito” nello sport, arte, letteratura e vita sociale”, vi prego di avere la bontà - dunque, l’intelligenza - di assumermi come redattore o correttore di bozze, anche gratis. Non posso rovinare il mio sogno puerile di avere Camil Petrescu come redattore - capo di una rivista calcistica, cosi affascinata dal gioco pulito come gli altri sono del gioco delle dee. Non solo per le sante superstizioni che animano tutti noi camiliani, ma anche per lucidità, evoco la possibilità, qualora lei non fosse contento di me, di licenziarmi senza tanti riguardi. Fin troppe volte sono stato licenziato dalle redazioni dove i redattori capo erano contenti di me, per non trovare, una volta sola, il potere di sopportare d’essere licenziato da Camil Petrescu, per dei motivi puramente professionali. Vi assicuro che in questo caso seguirò un’altra sorte - quella della guardia forestale nella valle di Rucar, che è pur sempre nostra! - e non mi sentirete più. Fino a quel momento, rimango il Suo, fedele…



Entry #2 - Points: 2
anonymous
Bucarest 1937. Illustre Signore Camil Petrescu, anche se non possiedo altro che l'educazione in famiglia, non sono più nell'età che mi permetta il fallimento di un'altro sogno della mia vita, e cioè il più importante. Sono fiducioso che non sarà Lei a minimizzarlo, soprattutto che la Sua intera opera - che io amo e ho assimilato così bene che sono stato obbligato di dare spiegazioni a qualcuno per questo patetismo, e lei lo sa quanto fa male questo - me lo nutre e me lo giustifica nella sua totale puerilità. Lei è uno di quelli uomini che non sogghigneranno mai davanti alle ingenuità di spirito e di destino, così come a Don Quijote non passerà mai per la testa di prendere in giro un commediante. Lei è stato tante volte preso in giro come Don Quijote, e io ho sopportato più di una volta la maledizione di «rimanere al tuo Camil» - cioè, vale a dire, in una specie di sottosviluppo intellettuale - per indugiare in troppi giri di parole: non avendo, da piccolo, altro che il desiderio di raccontare al mondo come si gioca foot-ball, e sapendo che lei ha fondato una rivista con questo titolo, Foot-ball, ma soprattutto con questo sottotitolo: «Rivista settimanale per l'apprensione del "gioco pulito" nello sport, nell'arte, nella letteratura, nella vita sociale», la prego di avere la gentilezza - dunque, l'intelligenza - di assumermi come redattore oppure come correttore, sia pure gratuitamente. Non posso fallire nel mio sogno puerile di avere Camil Petrescu come redattore-capo di una rivista di football, affascinata dal gioco pulito, come altri dal gioco delle fate*. E non solo per le sante superstizioni che ci animano tutti noi, i fan di Camil, ma anche per la lucidità, evoco la possibilità che lei mi licenzi senza riguardi, se non sarà contento di me. Troppe volte sono stato licenziato dalle redazioni in cui i redattori-capo furono contenti di me, per non essere in grado, una volta, di trovare la forza di sopportare di essere licenziato da Camil Petrescu, per motivi strettamente professionali. Le assicuro che in questo caso mi prenderò un'altra sorte sulle spalle - guardaboschi sulla vale di Rucăr, sempre nostrana! -e lei non sentirà più nulla di me. Ma fino allora, rimango Suo, fedele...

*N.T. Il gioco delle fate - In romeno, "Jocul Ielelor" è il titolo di un romanzo di Camil Petrescu



Entry #3 - Points: 0
anonymous
Bucarest 1937. Egregio signore Camil Petrescu, anche se non possiedo più dell’educazione ricevuta a casa, non sono più all’età che mi permetta di lasciarmi sfuggire un’altro sogno della mia vita, vale a dire il più importante. Ho fiducia che non sarà Lei a minimizzarmelo, sopratutto perché la Sua opera in quanto tale – opera che io amo e che ho assimilato così bene che sono stato costretto a dare spiegazioni ad alcune persone per tale patetismo, cosa che Lei sa come fa male – lo sostiene e lo giustifica in tutta sua puerilità. Lei è una di quelle persone che non ridacchieranno mai di fronte alle puerizie di spirito e di destino, così come Don Quijote non penserà mai a prendere in giro un comico. Lei è stato tante volte beffeggiato quale Don Quijote ed io ho sopportato più di una volta la maledizione di “rimanere al tuo Camil” – cioè, ovviamente, in una sorta di sottosviluppo intellettuale – per perdere tempo con troppe deviazioni: avendo da piccolo solamente il desiderio di raccontare al mondo come giocare a football e sapendo che Lei aveva dato vita ad una rivista con questo titolo, Foot-ball, però soprattutto con questo sottotitolo: “Rivista settimanale per imparare “il gioco pulito” nello sport, nell’arte, nella letteratura, nella vita sociale”, La prego di avere la gentilezza – dunque l’intelligenza – di assumermi quale redattore o correttore, anche senza paga. Non posso lasciarmi sfuggire il sogno puerile di avere Camil Petrescu quale redattore-capo ad una rivista di calcio, fascinata dal gioco pulito come altri sono fascinati dal gioco delle fate. E non soltanto a causa delle sante superstizioni che animano tutti gli adepti di Camil, ma anche a causa di lucidità, sto evocando la possibilità che Lei mi mandi via, senza premure, se non sarà soddisfatto di me. Per troppe volte sono stato licenziato da redazioni dove i redattori-capo erano stati contenti di me, perché una volta io non possa sopportare di essere licenziato da Camil Petrescu, per motivi rigorosamente professionali. La assicuro che in tale caso mi assumerò la responsabilità di un destino diverso – boscaiolo nella valle di Rucăr, sempre nostra! – e Lei non sentirà mai più parlandosi di me. Però fino a quel punto, rimango il Suo, fedele...



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